UN MOMENTO CONVIVIALE PER RIEVOCARE LA TRADIZIONALE CHIUSURA DELL’ANNATA AGRARIA SABATO 9 NOVEMBRE 2019 dalle

Fuori di Campo incontra Vandana Shiva
Ieri pomeriggio Fornace Carotta era gremita di persone, molti giovani e giovani famiglie con bambini per ascoltare Vandana Shiva, attivista e ambientalista di fama mondiale (http://www.navdanyainternational.it/), invitata a Padova dalla Cooperativa agricola El tamiso. I temi trattati non erano per nulla ordinari, come l’autoproduzione di sementi, la sostenibilità alimentare, il rapporto produttori agricoli e consumatori, e i controversi OGM.
Eppure l’attenzione dei presenti non è calata!!!
Elisa, in rappresentanza di Fuori di Campo, ha avuto l’onore di far conoscere a Vandana Shiva e ai presenti il progetto di autoproduzione di sementi di ortive locali che ci coinvolge assieme ad altri produttori e soci de El Tamiso.
Qui sotto vi lasciamo con lo scritto del suo intervento, spero trasmetta tutta la passione che il team di Fuori di Campo sta mettendo nel suo lavoro…. buona lettura
Mi chiamo Elisa Nicolé e lavoro per il progetto di orticoltura biologica Fuori di Campo della Cooperativa Sociale Polis Nova di Padova, che si occupa di servizi alla disabilità
El Tamiso è riuscito a radunare intorno ad un tavolo diversi produttori nell’intento di promuovere un progetto comune di autoproduzione di sementi ortive locali.
Noi abbiamo deciso di investire energie e tempo in questo progetto, in un momento in cui si crede che per sopravvivere ci si deve adeguare alle regole del mercato, che chiedono tutt’altri requisiti ovvero una produzione quantitativamente elevata, veloce e uniforme.
Abbiamo deciso di andare controcorrente spinti da due motivazioni:
1- Vogliamo scegliere cosa produrre e cosa vendere ai nostri clienti
2- Vogliamo recuperare quelle varietà tipiche dei nostri luoghi che rischiano di essere dimenticate
Attualmente nella nostra campagna stiamo sperimentando alcune varietà di cavolfiore e di finocchio e in particolare ci stiamo focalizzando sull’autoproduzione di broccolo padovano, un broccolo a foglia originario della provincia di Padova e resistente alle ghiacciate, perciò uno dei pochi ortaggi che una volta si consumava d’inverno.
L’attività di autoproduzione è partita l’anno scorso. All’interno di una ristretta popolazione di piante è stata operata un’accurata scelta delle piante madri, ovvero quelle che porteranno il seme, secondo le caratteristiche più idonee alle nostre esigenze. Questa tecnica di selezione è detta di tipo massale o individuale ed è il miglioramento genetico più antico che esista. I nostri parametri non sono stati esclusivamente di tipo agronomico, come la sanità e la produttività, ma anche di tipo istintivo e personale come la qualità organolettica (il gusto), e il colore e la forma della foglia. In definitiva la scelta è cascata sulle piante che corrispondevano all’idea che avevamo del broccolo padovano, cioè sul tipo di ortaggio che vogliamo finisca nei piatti dei nostri clienti.
Le piante madri sono state lasciate in campo per essere portate a seme. Dapprima sono esplose in quella fitta massa di fiori gialli caratteristica dei cavoli e in seguito hanno formato i semi racchiusi nelle tipiche silique.
Dopo una prima essicazione in campo aperto le piante sono state tagliate e appese in un luogo asciutto per completarne l’essicazione. Successivamente è avvenuta la raccolta e pulitura della semente dalla quale sono già nate le piantine tutt’ora in atto di coltivazione nella nostra campagna. Da qui si rinnoverà la selezione per dar vita ad una futura progenie e all’idea del nostro broccolo padovano.
Durante la selezione sentivo che stavo facendo qualcosa di importante di cui non avevo pienamente coscienza, in quanto mi sento di rappresentare una generazione che non è più figlia di contadini e per cui non è così scontato autoprodursi la semente.
Il seme che è arrivato fino a noi non è solo un patrimonio genetico da conservare e migliorare, ma anche un bagaglio culturale da riscoprire per cominciare a ricucire quello strappo tra civiltà contadina e i giorni nostri.
Solo riprendendo in mano l’intero processo produttivo potremo affinare le doti che il contadino di una volta era costretto ad avere e un agricoltore di oggi può permettersi di ignorare: la meticolosa osservazione delle piante che coltiva.
Solo partecipando all’intero processo produttivo conosceremo veramente il nostro lavoro dalla semina alla raccolta fino al rapporto col consumatore finale e solo così diverremo agricoltori più consapevoli, meno manovrabili dalle multinazionali e perché no anche persone più civili ed evolute.
CIAO, SONO UN SEME
-Ciao. Chi sei?
*Sono un seme.
-Un seme…e basta?
*Cosa significa e basta ? Sono un seme di cavolo se vuoi sapere il mio genere.
-Non mi interessa questo.
*Cosa vuoi sapere allora?
-Se sei un seme antico oppure “moderno” come me.
*Sicuramente sono un seme antico!
Pensa che le mie origini si perdono nella notte dei tempi. Ho sentito raccontare di piante vissute fin dall’antichità, di semi come me ritrovati da “archeologi “che studiano l’alimentazione degli uomini che mangiavano erbe selvatiche ancora prima di essere capaci di coltivare.
-Non so chi siano gli “archeologi”! Io sono un seme MODERNO.
*Se è per questo anch’io sono un seme moderno.
-Davvero? Non mi sembra.
*Perché? Se vivo in questo tempo, significa che sono Moderno.
-Ma io intendevo proprio MODERNO MODERNO.
*Scusami, non capisco.
-MODERNO significa MODIFICATO.
*Mamma mia come parli! Usi parole che non conosco, forse hai ragione : non sono moderno; non sono modificato. Sono uguale a mille altri semi della mia specie, diverso per grossezza, forse, ma non modificato.
-Ecco vedi? E’ qui la differenza. Hai mai sentito parlare di OGM?
*No! Che cos’è?
-E’ il mio nome . Io sono un seme OGM!
*Altra parola nuova! Devo fare un corso di lingua straniera. Eppure sono a casa mia. Sei tu forse ad essere straniero! Da dove vieni?
-Non lo so esattamente. Però so di essere stato in India.
*In India? Ne ho sentito parlare. Deve essere una terra meravigliosa, piena di piante di fiori di profumi.
Racconta! Cosa vedevi, cosa sentivi?
-Non posso raccontarti della terra. Non l’ho mai vista. Della mia vita passata ricordo solo una stanza, bianca, pulitissima, senza, profumi o odori come quelli che sento qui.
Era un laboratorio.
*Un che? Ecco un’altra parola nuova!
-E dai! Non sai cos’è un laboratorio?
*No…Cos’è?
-E’ un posto importante dove si fanno le ricerche, dove si studia e si fanno gli esperimenti.
Lì dentro ci si sente molto importanti .
*Perché?
-Perché ti guardano attentamente, perché ti modificano e poi discutono su come farti diventare ancora più forte ancora più resistente, perfetto insomma! Senza difetti.
Dicono che noi OGM siamo i migliori, quelli che conquisteranno la Terra, quelli che risolveranno i problemi della fame.
*Ma come farete se non conoscete la terra, se non avete dentro il profumo dell’aria, i colori?
-Non lo so. Ma se lo dicono loro!
Dicono che voi, semplici semi, siete troppo deboli: vi attaccano gli insetti , soffrite la siccità, il caldo, il freddo…
*Non credo proprio, caro mio! Se siamo sopravvissuti per migliaia e migliaia di anni e siamo ancora belli pimpanti significa che abbiamo tutto quello che ci serve!
-Gli scienziati dicono che il mondo non è più lo stesso!
*Il mondo non è mai stato lo stesso! Il mondo cambia un po’ alla volta e ci dà il tempo di adattarci. Qui sta la nostra forza, nell’adattamento al clima, al suolo , all’umidità…
-Dicono che il cambiamento è grande e occorre essere GENETICAMENTE MODIFICATI.
*E tu cosa pensi? Ti convince questa cosa?
-Io non sono fatto per pensare, ma per farmi modificare.
*Scusami, ma questo proprio non mi piace.
Io sono un piccolo, semplice seme, di una pianta umile, tanto che a volte si dice di uno che fa fatica a capire:” Non capisci un cavolo.”
Ma una cosa la so , da sempre e nessuno mi impedirà di pensarla: noi semi abbiamo la Vita dentro e la possiamo donare, senza perderla.
Da noi nascono le piante che fanno foglie profumate e frutti ricchi di vitamine sali minerali, sostanze piene di energia e fiori e frutti e semi… piccoli, semplici, imperfetti ,semi.
Nutrire le persone, gli animali , la terra! Questo è il nostro scopo!
Non occorre che uno scienziato mi dica che sono importante: lo so già. Lo so da sempre. La mia testa è piccola ma funziona e…pensa!
-Non so che dirti.
Io so di essere un OGM.
Per me si stanno facendo perfino delle guerre.
Io sono importante, io sono perfetto.
Se vuoi facciamo una gara a chi è più forte.
*Non è questo che mi interessa e mi dispiace se non l’hai capito! Forse non puoi…
Per fortuna domani mattina una mano tiepida e delicata mi adagerà nella terra e mi coprirà di terriccio morbido e profumato. Raccoglierò tutte le mie forze per essere un buon seme perché è vero che occorre sempre migliorarsi e penserò a quella frase che qualcuno ha detto una volta:” L’uomo è ciò che mangia”.
Essere cibo, essere frutto…
dare energia, dare VITA!…