Da sempre con il nostro lavoro sosteniamo che si può fare un’agricoltura pulita per l’ambiente, per la salute del consumatore e di chi lavora direttamente la terra.
Non possiamo dunque ignorare ciò che sta accadendo in Europa: a fine giugno è scaduta l’autorizzazione al commercio del glifosato e la Commissione Europea si trova ancora divisa sul suo rinnovo.
Il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo. Il principio attivo è attualmente contenuto in 750 prodotti per l’agricoltura e il più famoso è il Roundup della Monsanto. Il suo utilizzo è andato ad aumentare nel corso degli anni, perché le erbe infestanti sono diventate resistenti e perciò ne serve una maggiore quantità per diserbarle. E’ palese il notevole indotto economico che crea.
Sembrava una decisione semplice da prendere, ma i dubbi sono sorti a causa di due pareri scientifici diversi. A marzo 2015 la Iarc — Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità — aveva classificato l’erbicida come “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. A novembre 2015 l’Efsa — Autorità europea per la sicurezza alimentare — aveva invece giudicato “improbabile” il legame fra glifosato e tumori.
A spostare l’ago della bilancia è stata un’intensa mobilitazione globale: associazioni dei consumatori, organizzazioni ambientaliste, testate giornalistiche e gruppi di opinioni di ogni parte del mondo hanno passato al setaccio alimenti, oggetti di uso comune, latte materno e perfino urine alla ricerca di tracce di questo erbicida. E l’hanno trovato quasi ovunque: dal miele alla birra passando per i tamponi igienici (anche biologici) e le garze. Il Test-Salvagente ha condotto le prime e uniche analisi italiane su un campione significativo di alimenti (100 tra pasta, farina, biscotti, cereali per la colazione) e acqua potabile (26) riscontrandone la presenza in metà degli alimenti e in due casi perfino nell’acqua potabile. Insomma, conferme di quanto si sapeva già, ovvero che il glifosato è ampiamente utilizzato in tutte le fasi della coltivazione ed entra facilmente nella catena alimentare e non solo (http://www.glifosato.it/).
Tutto ciò non può lasciarci indifferenti!!!
Vi riportiamo il comunicato di AIAB -Associazione Italiana Per L’Agricoltura Biologica-
La mancanza della maggioranza qualificata nel Comitato di appello riunitosi venerdì 24 giugno su convocazione della Commissione Europea conferma nuovamente lo stallo sul glifosato, posticipando ancora una volta la decisione sul divieto di utilizzo dell’erbicida “potenzialmente” cancerogeno per l’uomo.
“Questo ulteriore rinvio, segno della difficoltà a trovare una soluzione condivisa dai paesi Europei, è il frutto della grande mobilitazione che c’è stata da parte dei cittadini e delle Associazioni a livello europeo. Per quanto ci riguarda come Coalizione Italiana #StopGlifosato continueremo il nostro impegno a sostegno della voce di milioni di cittadini europei che hanno sottoscritto la petizione di Avaaz contro il rinnovo del Glifosato – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, la portavoce della coalizione StopGlifosato – Ci aspettiamo che la Commissione confermi al più presto il divieto definitivo all’uso del diffusissimo e altrettanto nocivo erbicida“.
Nell’incontro di oggi Malta e Francia hanno votato contro mentre si sono astenuti Germania, Italia, Portogallo, Austria, Lussemburgo, Bulgaria e Grecia.
“Dopo la posizione contraria della Francia ci saremmo aspettati la stessa posizione da parte dell’Italia in coerenza con l’impegno portato avanti fino ad oggi contro l’autorizzazione di un prodotto probabile cancerogeno e a tutela della salute degli agricoltori, dei cittadini e dell’ambiente- conclude Maria Grazia Mammuccini”
Per firmare la petizione Avaaz e dire StopGlifosato: https://secure.avaaz.org/it/monsanto_dont_silence_science_loc_it/?media
La Portavoce del Tavolo delle associazioni: Maria Grazia Mammuccini, 3357594514
Ufficio stampa AIAB: Michela Mazzali,- m.mazzali@aiab.it – Cell. 348 2652565
Per maggiori informazioni visita il sito www.glifosato.it