Aggiornamento dall’orto di Fuori di Campo Primavera 2019 è arrivata prima del tempo. Il clima

Lavori d’inverno: selezione sementi di fagiolino
Giornate piovose che limitano i lavori in campo, sia all’aperto che in serra. Acqua e fango in abbondanza che permettono di fare quei lavoretti che da mesi si posticipano attendendo che non ci siano altre priorità. E queste giornate sono quelle ideali: selezione delle sementi dei fagiolini raccolti, secchi, l’autunno scorso.
Obiettivo: autoprodursi le sementi per la nuova stagione partendo dai raccolti dell’anno precedente; nulla di fantascientifico, solo attuazione di una pratica consueta e obbligatoria per gli agricoltori di non troppi decenni fa.
Chi si mangiava tutti i fagioli durante l’inverno poi non avrebbe più avuto nulla da seminare con l’arrivo della primavera, chi macinava tutto il mail per la polenta o il frumento per il pane non avrebbe più avuto sementi da ridistribuire ordinatamente nei campi.
Parte del raccolto veniva sapientemente e accuratamente selezionato e con grossa cura conservato perché potesse garantire le semine future.
Ora le dinamiche sono un po’ diverse, basta andare in qualsiasi consorzio o vivaio per procurarsi le sementi o le piantine che volgiamo mettere a dimora, questo grande vantaggio ha come conseguenza l’omologazione di ciò che noi andiamo a far crescere nei nostri terreni, con una non trascurabile perdita della biodiversità, quella fantistica cosa che la natura ha ideato per permettere l’evoluzione degli organismi viventi.
Quindi ben venga chi ancora oggi si ostina a riprodursi in casa le sementi, selezionando le migliori (e qui bisogna vedere cosa uno intende per migliore, “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”) piante, facendole andare a fiore, facendone maturare i frutti fino alla produzione di nuove sementi, che contengono, nel loro piccolo, tutto il potenziale vitale della pianta madre.
Detto tutto ciò, noi nel nostro piccolo nell’autunno scorso abbiamo fatto essicare 70 metri di piante di fagiolini per raccoglierne i bacelli secchi, e dopo averli fatti ulteriormente seccare al sole, li abbiamo sgranati ottenendone circa 4,5 kg di seme; con un’ulteirore selezione abbiamo eliminato i semi più piccoli e danneggiati cercando di tenere quelli potenzialmente in grado di germinare… UN BEL PASSATEMPO DA UGGIOSA GIORNATA DI GENNAIO.
In rete è possibile trovare molte informazioni sull’argomento, tra queste la proposta della UE di rendere illegali le sementi autoprodotte non incluse in un apposito registro.
Saluti a tutti sgranare fagiolini secchi secchi è un’attività più che certosina, è una lezione di pazienza ed un ottimo momento di “ciacole” . Vogliamo mettere la soddisfazione di vederli poi germogliare e raccogliere (un po’ meno) . Dai Tosi che se smette di piovere si parte all’aria aperta. A riverderci.