Cuocere le verdure
Tempi di cottura indicativi
Di seguito sono elencati i tempi di cottura indicativi delle varie verdure; non vanno presi alla lettera, poiché la dimensione, la varietà e il grado di maturazione dell’ortaggio, oltre ai gusti personali, incidono notevolmente su questi dati. 3-4 minuti: foglie di bietola, spinaci. 6-8 minuti: broccoli (con il gambo tagliato a pezzetti), cavolo affettato. 10 minuti: asparagi, coste di bietola, cavolini di Bruxelles, porri, rape. 15 minuti: cavolfiore, fagiolini, finocchi, patate piccole, zucca a pezzi, zucchine. 30-40 minuti: carciofi, carote, cipolle, patate medie, sedano-rapa. 50-60 minuti: barbabietole, cardi.
COTTURA A VAPORE Il vapore è il metodo di cottura più salutare. Le verdure tagliate a pezzi vengono poste in un cestello forato e inserite in una pentola alla quale si aggiunge qualche bicchiere d'acqua. Un accorgimento importante è che le verdure non siano a contatto con l'acqua. Questa tecnica è più adatta a patate, zucchine, broccoli, cavoli e carote. COTTURA AL FORNO I tempi sono leggermente diversi a seconda dell’ortaggio, mentre la temperatura di cottura è sempre di 170-180 °C. Viene indicata per patate, zucchine, melanzane, cipolle e barbabietole, infornate con la buccia. Le melanzane, zucchine e patate si cuociono in una teglia con alla base uno strato di sale grosso per un'oretta, metre le barbabietole richiedono 3 ore di tempo e devono essere avvolte da una carta di alluminio, mentre le cipolle vanno poste in una pirofila senza lasciare buchi vuoti con un po' d'acqua per evitare di bruciare il fondo. Una volta cotte le verdure si possono servire intere o sbucciate. Le patate si possono cucinare tagliate a spicchi dopo averle lavate e scottate. FRITTURA Non è molto consigliata per una dieta sana, ma di certo ci dà pietanze molto gustose. Il piatto più famoso sono le patatine fritte che si immergono nell'olio. Il grasso di cottura migliore è l'olio d'oliva, seguito da quello di semi e di arachidi. Altri metodo sono le verdure pastellate, dove prima della frittura si richiede un'infarinatura o una pastella di farina e acqua, meglio se frizzante. Accorgimento importante è portare l'olio alla giusta temperatura. ALLA GRIGLIA Dopo aver affettato le verdure e spennellate con olio, sale e pepe si cuociono sulla griglia girando le verdure fino a colorire entrambi i lati COTTURA STUFATA Indicata per carota zucchine e cipolle, soprattutto quando sono piccole e tenere. Dopo averle tagliate a pezzetti vengono messe con un po' d'olio o una noce di burro con un pizzico di sale in una casseruola e coperte con un coperchio e girate di tanto in tanto. il vapore prodotto dall'ebollizione dell'acqua rilasciata dai vegetali renderà tenere le verdure. Attenzione a cottura ultimata non dovrà rimenere acqua all'interno della casseruola COTTURA BRASATA Adatta ad esaltare il sapore di verdure come lattuga, cavolo, indivia, scarola e porro. Dopo una scottatura veloce (vedi sbianchitura) si imburra una padella e si dispone un letto di sedano carota e cipolla affettati, qualche grano di pepe e un mazzetto aromatico; si adagiano sopra le verdure e si pone a fuoco lento per qualche minuto. In seguito si aggiunge fino a 1/3 della padella con del brodo o acqua di cottura di verdure come ad esempio il finocchio, si copre con carta oleata imburrata e con il coperchio e si fa cuocere in forno a 160°C: a cottura ultimata il liquido dovrà essere in buona parte evaporato. Fate asciugare quello rimasto e versatelo sulle verdure al momentodi servirle. SBIANCHITURA Questo metodo è una scottatura veloce che può essere rapidissima (20 secondi) per agevolare la sbucciatura nel caso di peperoni e pomodori. Può essere usato per togliere il sapore amarotico di alcune verdure come cicoria e indivia. Risulta indispensabile per conservare le verdure nel congelatore, perchè elimina gli enzimi della degradazione e ne mantiene il colore. Anche le patate al forno devono essere sbianchite tramite il seguente procedimento: dopo averle spellate e tagliate, si mettono in una pentola con acqua fredda e salata. Si porta ad ebollizione e quando inizia a formarsi la schiuma, si scola, si passa un po' in padella e si mette in forno a 180°C in una teglia con olio e aromi.L’erba di San Giovanni
In questi giorni di giugno, nei pressi del solstizio d'estate, possiamo incontrare, nei prati incolti e assolati, le dorate fioriture di iperico, pianta conosciuta fin dall'antichità per le sue proprietà e i suoi presunti poteri magici. Colta il giorno di San Giovanni, 24 giugno, veniva appesa sulla soglia di casa per scacciare i demoni e spiriti negativi. Oggi è conosciuta per le sue innumerevoli proprietà. Per uso interno, l'iperico ha proprietà antidepressive e antivirali. Più celebre è l'applicazione mediante olio (oleolito) per la cura di ferite, piaghe, scottature e per trattare processi infiammatori a carico di articolazioni e schiena con il coinvolgimento di nervi e tendini. Nella fitocosmesi trova impiego in tutti quei casi in cui la pelle è sottoposta a stress: smagliature, pelle grassa, pelle senescente e poco tonica. L'olio di Iperico, detto anche l'olio di San Giovanni, lo possiamo preparare da noi; ecco come:
- Si raccolgono i fiori in piena fioritura (nella seconda metà di giugno), meglio durante la mattina di San Giovanni ( per rispettarne l'antica ritualità) in assenza di umidità e pioggia
- Si prende un contenitore di vetro e si mettono a macerare i fiori in un buon olio extra vergine d'oliva
- Per la macerazione si riempie il contenitore di 3/4 , si aggiunge una piccola manciata di sale grosso, o una spruzzatina di alcol etilico, si coprono le infiorescienze con l'olio e si chiude ermeticamente con un coperchio
- Si pone il contenitore al sole per 40 giorni effettivi di luce diretta. L'olio, aiutato dal calore del sole, estrae dalla pianta le sue proprietà e se ne arrichisce
- Una volta terminata la macerazione, l'olio viene torchiato e filtrato con un setaccio a maglia fine. Ne uscirà un olio di colore rosso che ricorda ,per l'appunto, il sangue di San Giovanni da cui prende il nome
- Si conserva in bottiglie scure ben chiuse in ambiente fresco anche fino ai 18-24 mesi
Ceste di Natale e molto di più
Nel punto vendita di Fuori di Campo siamo tutti in subbuglio: ceste, cestini, sacchettini e fiocchettini di Natale per tutte le tasche, rigorosamente con i nostri prodotti da agricoltura biologica, confezioneremo il pensiero natalizio secondo le vostre esigenze. Vi aspettiamo in punto vendita con i seguenti orari: mercoledì 18: orario 09.00-12.30 e 14.00-19.00 giovedì 19: orario 09.00-12.30 e 14.00-19.00 venerdì 20: orario 10.00-19.00 orario continuato sabato 21: orario 09.00-12.30 lunedì 23: orario 09.00-12.30 e 14.00-19.00 martedì 24: orario 09.00-12.30 saluti dai Fuori di Campo
- Prendete il riso integrale e risciacqua telo in una ciotola con acqua fredda in modo da togliere le impurità. Scolate il riso e versatelo in una pentola con il doppio di acqua fredda (1 tazza di riso = 1 tazza d’acqua)
- Ponete la pentola a fuoco alto fino a portare l’acqua ad ebollizione
- Abbassate la fiamma, asportate la schiuma in eccesso, salate e coprite la pentola con un coperchio
- Dopo circa 45-50 minuti l’acqua sarà completamente assorbita e il riso integrale è pronto.
Sale in zucca
Nei mesi autunnali la zucca copre un ruolo importante nella nostra cucina.
Violina, Delica, Marina di Chioggia sono solo alcune delle numerose varietà di questo ortaggio, la cui polpa arancione si presta come ingrediente base per prelibati risotti.
Questa volta poniamo l’attenzione sulla parte meno considerata e meno consumata: i semi di zucca. Tostati e salati i semi di zucca costituivano la merenda dei giovani di un tempo. Certamente uno snack più salutare di quelli odierni e vi spieghiamo il perché. Secondo i dati USDA (United States Department of Agricolture) i semi di zucca sono ricchi di omega 3, presentano un buon contenuto di proteine e minerali quali il ferro, lo zinco e il fosforo. Sono, inoltre, ricchi di cucurbitina, una sostanza vermifuga e ciò potrebbe spiegare il motivo di un largo consumo nei tempi passati.
Ecco come farli in casa seguendo i seguenti passi:
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Togliere i semi dalla polpa e pulirli bene sotto acqua corrente.
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Misurare una quantità di acqua 4 volte il volume dei semi di zucca (per 350ml di semi servono 1.4litri di acqua). Aggiungere 10gr di sale per ogni 475ml di acqua (30gr per 1.4 litri di acqua).
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Portare a bollore l’acqua salata e versare i semi di zucca. Nel frattempo scaldare il forno a 200°C. Sbollentare per circa 10 minuti e poi scolare i semi e asciugarli in un canovaccio.
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Porre i semi ad un solo strato sopra una teglia da forno e infornarli per circa 15-20 minuti, avendo l’accortezza di girarli un paio di volte per non tostarli in eccesso.
- Lasciarli raffreddare e gustateli in compagnia!!!

L’IMPRONTA ECOLOGICA
Hai anche tu un'impronta ecologica? ...
Ma perché porsi il problema dell'impatto che possono avere le nostre semplici azioni quotidiane? Ogni cosa che facciamo o che compriamo, che consumiamo, che eliminiamo è legata all'ambiente in cui queste azioni vengono compiute così come ai luoghi dove gli oggetti vengono prodotti e le materie prime utilizzate sono prelevate.
Possiamo quindi affermare che diversi stili di vita (anche semplici diverse abitudini quotidiane) portano ad impatti di tipo diverso sull'ambiente... dobbiamo pensare che le nostre singole azioni possano essere compiute da 7 miliardi di persone, quanti cioè gli attuali esseri umani ospiti del pianeta Terra.
Se il numero crescente di esseri umani è un problema grave, l'impatto che ognuno di essi ha sull'ambiente e sulle risorse, ovvero l'impronta ecologica, non è da meno: è evidente, infatti, che il nostro Pianeta può sostenere un numero minore o maggiore di persone, a seconda se i loro consumi, e quindi il loro impatto sull'ambiente, siano minori o maggiori.
L’impronta ecologica è un indicatore che mette in relazione gli stili di vita di una popolazione con la quantità di natura necessaria per sostenerli; questa “quantità di natura” viene espressa in ettari/procapite di superficie naturale produttiva, utilizzati per soddisfare i nostri consumi e per assorbire i nostri rifiuti.
In parole povere, essa misura l'area biologicamente produttiva di mare e di terra necessaria per rigenerare le risorse consumate da una popolazione umana e per assorbire i rifiuti corrispondenti. Utilizzando l'impronta ecologica, è possibile stimare quanti pianeta Terra servirebbero per sostenere l'umanità, qualora tutti vivessero secondo un determinato stile di vita.
Confrontando l'impronta di un individuo (o regione, o stato) con la quantità di terra disponibile pro-capite (cioè il rapporto tra superficie totale e popolazione mondiale) si può capire se il livello di consumi del campione è sostenibile o meno. Per calcolare l'impronta relativa ad un insieme di consumi si considera la quantità di ogni bene consumato (es. grano, riso, mais, cereali, carni, frutta, verdura, radici e tuberi, legumi, ecc.) e si ottiene la superficie necessaria per produrre tali alimenti; per calcolare poi l'impatto dei consumi di energia, questa viene convertita in tonnellate equivalenti di CO2, e si calcola la quantità di terra forestata necessaria per assorbire le suddette tonnellate di CO2.
L’Italia ha un’impronta ecologica (sui dati 2005) di 4.2 ettari/pro capite con una biocapacità (quanto il territorio italiano può offrire ad ogni suo abitante) di 1 ettaro/pro capite, dimostrando quindi un deficit ecologico di 3.1 ettari//pro capite.
I paesi con oltre un milione di abitanti con l’impronta ecologica più vasta sono gli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti d'America, la Finlandia, il Canada, il Kuwait, l’Australia, l’Estonia, la Svezia, la Nuova Zelanda e la Norvegia. Se tutti gli esseri umani avessero un'impronta ecologica pari a quella degli abitanti dei paesi "sviluppati" non basterebbe l'attuale pianeta per sostenerla: nel 2050 ce ne vorrebbero due di pianeti, se continuerà l’attuale ritmo di consumo di acqua, suolo fertile, risorse forestali, specie animali tra cui le risorse ittiche.
Soprattutto nei paesi ricchi, quindi, dovremmo ridurre il nostro peso sull'ambiente e sulle risorse del Pianeta, così da ridurre la nostra impronta ecologica.